Nord Stream 2 fin dall'inizio ha suscitato emozioni – non solo in Europa, ma in tutto il mondo. L'imponente gasdotto - 1234 chilometri, avrebbe dovuto collegare la Russia con la Germania attraverso il Mar Baltico. Il suo obiettivo principale era raddoppiare la capacità di trasporto del gas rispetto al già esistente Nord Stream 1. Sebbene la costruzione sia iniziata nel 2011 e si sia conclusa a settembre 2021, il gasdotto non è ancora stato attivato.
Fin dall'inizio, Nord Stream 2 ha diviso le opinioni. Per i paesi dell'Europa occidentale, che avrebbero dovuto essere i principali destinatari del gas, questo progetto significava: forniture stabili di gas (avrebbe ridotto il rischio di interruzioni nelle forniture), poiché l'infrastruttura aggiuntiva avrebbe garantito l'affidabilità del sistema energetico.
Tuttavia, gli Stati Uniti e i paesi dell'Europa orientale lo guardavano con grande scetticismo. Le preoccupazioni riguardavano principalmente:
Queste differenze di approccio illustrano perfettamente quanto fosse (e sia) profondamente divisa la politica energetica internazionale.
Le controversie su Nord Stream 2 sono però qualcosa di più che semplici questioni energetiche. Questo progetto è diventato un simbolo delle tensioni globali che modellano le relazioni internazionali contemporanee. Di fronte a queste sfide, il futuro del gasdotto rimane incerto, anche se sembrava già sepolto.
Nord Stream 2 è un progetto energetico tedesco-russo, il cui obiettivo era aumentare le forniture di gas naturale dalla Russia alla Germania. Il gasdotto correva attraverso il Mar Baltico, il che lo avrebbe reso indipendente dai cosiddetti paesi di transito (Polonia, Ucraina o Slovacchia), marginalizzando l'influenza di questi paesi sulla politica energetica europea. Allo stesso tempo, come molte persone in Italia ricordano, avrebbe significato che il principale attore nel contesto della distribuzione del gas russo in Europa sarebbe stata la Germania - poiché, sotto la pressione dell'Unione Europea, sono stati bloccati progetti alternativi di trasporto del gas, ad esempio verso l'Italia (si parla del progetto non realizzato South Stream). In questo modo, molti paesi sarebbero diventati dipendenti dalla mediazione tedesca nelle forniture di gas, senza la quale l'industria moderna non avrebbe potuto funzionare. Il progetto avrebbe quindi marginalizzato non solo i paesi della cosiddetta Nuova Unione Europea (con la Polonia in testa), ma avrebbe anche ridotto paesi come l'Italia o il Belgio al ruolo di semplici acquirenti e pagatori, dipendenti da un intermediario commerciale a Berlino.
Il percorso del gasdotto Nord Stream 2, che collega la russa Ust-Luga con la tedesca Lubmin, riflette la complessità delle relazioni internazionali che accompagnano questo tipo di progetti. Di fronte alle tensioni politiche globali, è diventato un punto chiave nel dibattito sul futuro del mercato energetico europeo. Nella comprensione degli strateghi russi, questo avrebbe potuto privare l'Ucraina del suo significato geopolitico (che era importante, poiché attraverso il suo territorio passavano importanti gasdotti - che tuttavia, con l'attivazione del nuovo ramo baltico, sarebbero diventati meno significativi). La perdita di influenza sul trasferimento del gas attraverso l'Ucraina avrebbe fatto sì che essa non fosse più un partner significativo per l'Occidente - il che avrebbe potuto facilitare la presa di controllo da parte della Russia. Questo è ciò che pensavano l'Europa orientale, compresa la Polonia o la Svezia, ma la Germania respingeva questi argomenti, citando l'importanza "esclusivamente commerciale" del progetto. Tuttavia, il tentativo di prendere il controllo dell'Ucraina è avvenuto praticamente subito dopo il completamento della costruzione dell'infrastruttura - il che sarebbe un argomento a favore della validità delle preoccupazioni delle capitali dell'Europa orientale.
Il percorso di Nord Stream 2 attraverso il Mar Baltico è uno degli elementi chiave di questo progetto. Il gasdotto passa attraverso la Baia di Narva (tra Estonia e Finlandia). Il Mar Baltico, come regione strategica, svolge un ruolo cruciale nella logistica e nelle forniture di gas, consentendo un collegamento diretto tra Russia e Germania.
La scelta del percorso attraverso il Mar Baltico avrebbe permesso:
Allo stesso tempo, questo percorso ha suscitato polemiche – sia per il suo impatto ambientale, sia per le questioni legate alla sicurezza energetica della regione. Aggiungeva un tocco di sapore il fatto che la Germania, marginalizzando il ruolo dell'Europa orientale, agiva praticamente contro i paesi con cui era (ed è ancora) legata dall'alleanza NATO, collaborando con uno stato che era tradizionalmente un rivale della NATO.
La mappa proviene dal sito OSW - Centro di Studi Orientali (think-tank, Polonia)
Un ruolo chiave in questa impresa è svolto dalla società statale russa Gazprom, che è il principale proprietario e operatore del gasdotto. Tuttavia, il progetto non sarebbe stato possibile senza il sostegno finanziario dei partner tedeschi, come Nord Stream 2 AG, Uniper SE, Wintershall Dea GmbH, OMV AG, Royal Dutch Shell e ENGIE SA.
Gazprom, come la più grande azienda energetica russa, è responsabile della costruzione e della gestione del gasdotto, sottolineando il suo significato strategico nella politica energetica russa. Tuttavia, al momento della costruzione, il nome Gazprom già a molti osservatori ricordava uno strumento utilizzato per pressioni politiche sull'Europa orientale.
La società Nord Stream 2 AG, dipendente da Gazprom, è stata creata appositamente per gestire e realizzare il progetto Nord Stream 2 dal lato tedesco. Alla sua guida c'era Matthias Warnig - un ex ufficiale della Stasi (cioè l'ex polizia segreta della Germania orientale, strettamente collaborativa con i russi ai tempi del comunismo). In Germania, tuttavia, questo non è stato ampiamente commentato, né ha suscitato grande indignazione, anche se in Europa orientale, che aveva esperienze del totalitarismo comunista dell'epoca precedente al 1985, è stato commentato in modo decisamente negativo.
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Il progetto Nord Stream 2 è stato un elemento di un più ampio puzzle politico e geopolitico, che fin dall'inizio ha suscitato polemiche. Le discussioni andavano ben oltre le questioni energetiche, influenzando le relazioni internazionali. Nord Stream 2 è solo un'infrastruttura, o è qualcosa di più – uno strumento di influenza e pressione?
Di fronte alla transizione energetica, la Germania vedeva Nord Stream 2 come un modo per soddisfare la crescente domanda di gas naturale. Questo avrebbe sostenuto i suoi sforzi per ridurre le emissioni di CO2 attraverso un graduale abbandono del carbone e dell'energia nucleare - poiché parallelamente in Occidente c'era l'apice del cosiddetto climatismo. Nonostante, ad esempio, nel 2021 la Polonia acquistasse beni dalla Germania per 78 miliardi di €, e la Russia per una cifra tre volte inferiore, i politici di Berlino hanno ritenuto che il progetto valesse il rischio di rovinare alcune relazioni internazionali con Varsavia o Stoccolma, poiché, avendo una notevole influenza nell'Unione Europea come suo principale contribuente, sarebbero stati in grado di imporre ad altri paesi l'abbandono del carbone (e forse anche del nucleare) e il passaggio al gas russo - acquistato in Germania, con l'aggiunta di un margine per il trasporto.
Il progetto Nord Stream 2 ha incontrato immediatamente aspre critiche da parte degli Stati Uniti e dell'Ucraina. Questi paesi hanno sottolineato:
Dall'altra parte, tuttavia, c'erano argomenti secondo cui il rafforzamento della cooperazione non poteva essere visto come ostile, e che alla fine la politica energetica della Germania e della Russia dovrebbe essere decisa a Berlino e a Mosca. Gli USA hanno risposto con sanzioni alle entità coinvolte in Nord Stream 2, ma queste non hanno influenzato significativamente la situazione.
L'Italia ha espresso opposizione al progetto Nord Stream 2, temendo che la sua realizzazione avrebbe rafforzato la posizione della Germania come principale distributore di gas russo in Europa, che avrebbe ottenuto un enorme influenza economica sui paesi dell'UE (in cui, non scherziamo, già ha un'enorme influenza politica). Roma ha criticato il progetto, sottolineando l'ingiustizia nel trattamento delle diverse iniziative energetiche nell'Unione Europea, specialmente nel contesto del blocco del progetto South Stream, che avrebbe portato benefici all'Italia - a favore della promozione di Nord Stream 2, da cui i benefici sarebbero andati principalmente alla Germania, nonostante l'opposizione di molte capitali: dalla Svezia e dall'Estonia, fino al Regno Unito o all'Italia.
Il progetto alla fine non è stato attivato, poiché lo shock che il mondo ha vissuto dopo l'aggressione della Russia all'Ucraina ha provocato una risposta più ampia e una giustificazione morale per fermare il progetto, anche se l'infrastruttura per miliardi di € era appena stata completata. Volendo accelerare le procedure burocratiche di apertura del progetto dal lato tedesco - nel 2022, dopo l'aggressione all'Ucraina, la Russia ha sospeso le forniture di gas all'Europa (attraverso i rami esistenti), per creare lo spettro della mancanza di gas prima dell'inverno imminente. Questo avrebbe dovuto costringere Berlino ad attivare il progetto, ora ancora più controverso - tuttavia, la pressione internazionale era ormai troppo forte, e i paesi europei stavano lavorando per accelerare la diversificazione delle forniture di gas a un ritmo mai visto prima. Il fondamento del futuro energetico tedesco, il piano per dominare il settore - ma anche il fondamento del vantaggio competitivo dell'economia tedesca, cioè l'accesso a materie prime energetiche a basso costo dagli Urali, è crollato.
Il 26 settembre 2022 si è verificata un'esplosione che ha danneggiato i gasdotti Nord Stream 1 e 2, vicino all'isola danese di Bornholm. Le esplosioni hanno scatenato una valanga di speculazioni sulle loro cause e sulle potenziali conseguenze.
Subito dopo l'evento, sono emersi numerosi sospetti di sabotaggio intenzionale. Le tracce di esplosivi trovate nelle vicinanze sembrano confermare queste ipotesi, suggerendo che le esplosioni potrebbero essere state il risultato di un'azione attentamente pianificata. Questo evento è diventato un punto di svolta nel dibattito sulla sicurezza delle infrastrutture energetiche in Europa, costringendo a riflettere sulla loro protezione. Non è stato stabilito con certezza chi abbia causato l'esplosione.
Di fronte a questi eventi, sorge una domanda cruciale: quali passi devono essere intrapresi per rafforzare la protezione delle infrastrutture energetiche e prevenire incidenti simili in futuro?
Non vogliamo partecipare alla creazione di teorie del complotto, tuttavia è difficile non notare alcune coincidenze. Fino a quando il gas russo avrebbe dovuto scorrere copiosamente attraverso l'NS2 verso la Germania, la politica europea plasmata dalla Commissione Europea si adattava perfettamente ai piani economici di Berlino. Il gas era ampiamente riconosciuto come un combustibile ecologico. Le centrali elettriche a gas nei piani dell'UE avrebbero dovuto svolgere un ruolo principale nel sostituire le vecchie centrali a carbone in Polonia o in Slovacchia - presentate come pulite e super-stabili. Avrebbero addirittura sostituito i reattori nucleari (sebbene qui si sia incontrata una forte resistenza da parte della Francia, la cui energia si basa sostanzialmente sul nucleare).
Nel momento in cui il progetto NS2 è fallito, improvvisamente la Commissione Europea ha dichiarato il gas non ecologico, nonostante in precedenza non fossero emerse voci di questo tipo, né tra le élite politiche europee, né nel mondo dei think tank scientifici considerati vicini a questi ambienti. Non sembra strano che il gas sia stato dichiarato non ecologico e si annunci l'abbandono del gas e il divieto di sovvenzionare le caldaie a gas? Qualcuno avrebbe mai creduto che l'UE avrebbe proibito ai suoi stati membri di sviluppare sistemi a gas se il progetto tedesco NS2 fosse andato a buon fine? Eppure il gas è disponibile, dopo difficoltà temporanee l'Europa lo sta acquisendo da altre fonti - e il prezzo si sta stabilizzando.
Curiosamente - nei nuovi piani della Commissione Europea la rivoluzione verde doveva continuare escludendo il gas, che ora doveva essere sostituito da ... pompe di calore. Probabilmente non è necessario ricordare che il paese che produce più pompe di calore in Europa è ... la Germania.
L'Unione Europea è diventata uno strumento per realizzare gli interessi economici tedeschi almeno nell'ambito della politica energetica? L'economia tedesca ha smesso di farcela senza il sostegno politico proveniente da Bruxelles, che impone condizioni favorevoli a Berlino?
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Le sorti di Nord Stream 2 rimangono incerte, e i possibili scenari per il suo futuro sono sia vari che difficili da prevedere. La ragione principale di questa situazione sono le tensioni politiche e geopolitiche che hanno accompagnato questo progetto fin dall'inizio. Di fronte ai cambiamenti dinamici sulla scena internazionale, la domanda se il gasdotto verrà mai attivato rimane senza risposta. Inoltre, ci sono speculazioni su una potenziale vendita dell'infrastruttura, che potrebbe aprire nuove opportunità e direzioni di sviluppo per Nord Stream 2. Ma verrà mai aperto?
Nonostante le attuali difficoltà, la questione della riattivazione di Nord Stream 2 continua a suscitare interesse. Di fronte ai cambiamenti delle realtà politiche ed economiche, alcuni esperti suggeriscono che il ripristino del gasdotto potrebbe essere considerato in futuro, dopo la firma di una pace imminente in Ucraina. I maligni dicono che sarebbe un ritorno al "business as usual", è difficile non essere d'accordo, poiché c'è una buona dose di verità nel fatto che senza il completamento di Nord Stream la Russia potrebbe non aver invaso l'Ucraina (non avrebbe rischiato, poiché l'Ucraina ha più volte menzionato la possibilità di far esplodere i gasdotti sul suo territorio, anche se alla fine non è successo).
In questo contesto, il futuro di Nord Stream 2 rimane un grande punto interrogativo, e il suo destino dipende dall'ulteriore sviluppo della situazione politica ed economica globale.
Le controversie legate a Nord Stream 2 forniscono all'Europa preziose lezioni in materia di sicurezza energetica e politica internazionale. Le conclusioni chiave includono:
Grazie a queste esperienze, l'Europa ha la possibilità di evitare gli errori del passato e garantire un futuro energetico stabile e sostenibile. Quali altri passi possono compiere i paesi europei per raggiungere questi obiettivi? Questa domanda rimane cruciale.
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