✅ È molto importante valutare prima dell'acquisto quali sono le nostre possibilità in termini di combustibile, quale tipo di pellet è disponibile nella nostra zona a un buon prezzo, ecc. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la denominazione "caldaia a pellet" non significa necessariamente che la caldaia funzioni esclusivamente con pellet. Sul mercato esistono sempre più soluzioni, e vale la pena considerare se una caldaia a pellet con la possibilità di utilizzare anche altri combustibili non sia più adatta alle nostre esigenze.
☑️ In realtà, sarebbe più corretto usare il termine "caldaia a pellet" piuttosto che "stufa a pellet", poiché quest'ultima definizione non è del tutto precisa. Tuttavia, poiché il termine è di uso comune, ci permetteremo di utilizzarlo occasionalmente in questo articolo.
✅ Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non tutte le stufe a pellet utilizzano esclusivamente il pellet come combustibile. Esistono sul mercato anche stufe che possono funzionare sia con pellet che con legna. Pertanto, è importante riflettere bene prima di acquistare una caldaia. Se, ad esempio, si ha accesso a legna propria o a materiali più economici disponibili nelle vicinanze, questa opzione aggiuntiva potrebbe essere molto vantaggiosa.
Una caldaia a pellet e legna - quindi 2 in 1 - non deve necessariamente essere una soluzione molto più costosa. È sufficiente che l'apparecchio sia dotato di una griglia per la legna; questa informazione dovrebbe essere fornita dal produttore e dal rivenditore della caldaia.
✅ Un'altra opzione è la caldaia a pellet e carbone ecologico. Sicuramente è un'opzione da considerare in relazione alle oscillazioni dei prezzi di specifici combustibili. Generalmente, queste caldaie sono progettate in modo che il pellet sia il combustibile principale e il carbone ecologico sia quello supplementare. I rivenditori sostengono che la combinazione di questi due tipi di combustibili dia buoni risultati in termini di efficienza e rapporto tra combustibile consumato ed energia prodotta.
È davvero così o è solo una strategia di marketing? Difficile dirlo. Tuttavia, la possibilità di diversificare il combustibile - ovvero con l'installazione di una caldaia a pellet e carbone ecologico in uno - offre sicuramente una maggiore flessibilità e indipendenza in futuro.
✅ Vale la pena menzionare che sul mercato esistono anche soluzioni che combinano ancora più tipi di combustibili, come ad esempio caldaie a carbone ecologico, legna e pellet in un unico apparecchio, spesso con una camera di combustione aggiuntiva. Tuttavia, è preferibile che il combustibile principale per questi sistemi sia il pellet, a meno che non si scelga consapevolmente un altro tipo di caldaia.
✅ La dimensione, ovvero la grandezza della caldaia a pellet, riguarda lo spazio disponibile: quanto può essere grande la caldaia affinché possa essere installata nella centrale termica? Si tratta di un aspetto piuttosto banale, ma spesso può creare problemi quando si desidera sostituire una caldaia in un edificio esistente. Durante la fase di progettazione e costruzione di una nuova casa, se si opta per una caldaia a pellet, è importante prestare attenzione a questo dettaglio.
Potrebbe essere necessario ampliare la centrale termica, poiché nei progetti predefiniti acquistati dai progettisti le centrali termiche sono spesso di dimensioni ridotte (questo è dovuto al fatto che spesso si prevede un riscaldamento a gas, e come sappiamo le caldaie a gas sono molto compatte).
Disponibile
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La domanda più frequente che sentono i venditori di caldaie a pellet è: quanti kW per X metri quadrati? È una domanda legittima, perché è corretto dimensionare questi apparecchi in base alla metratura, ma tenendo presente che il fabbisogno termico e le dispersioni di calore variano notevolmente tra le costruzioni più datate e quelle di nuova generazione.
✅ Il calcolo più comune è di 10 kW di potenza per 150 metri quadrati in edifici nuovi, con un adeguato isolamento termico. Questo significherebbe circa 7 kW per 100m² - si sottolinea, però, che questa valutazione è valida per le nuove costruzioni.
Tuttavia, questo rapporto non è necessariamente sufficiente per gli edifici più vecchi, caratterizzati da maggiori dispersioni di calore. Allo stesso modo, se l'impianto è obsoleto e non è stato ristrutturato, potrebbe risultare molto meno efficiente, con depositi che riducono la capacità di scambio termico e comportano un maggior consumo di energia.
☑️ In queste situazioni, potrebbe essere utile applicare un calcolo fino a 10 kW per 100 m², anche se raramente è necessario. Molti esperti consigliano, piuttosto che acquistare una caldaia molto più grande, di pensare a un corretto isolamento dell'edificio, alla modernizzazione dell'impianto (ad esempio, sostituendo i vecchi radiatori in ghisa con nuovi radiatori a pannello), alla sostituzione delle finestre, ecc., anche se ovviamente ciò comporta un diverso tipo di investimento.
Le caldaie a pellet moderne sono completamente automatizzate, ossia dotate di sensori di temperatura adeguati e, quando la casa è sufficientemente riscaldata, la caldaia si spegne automaticamente. Questo meccanismo protegge l’impianto da un ulteriore surriscaldamento, evita che l'acqua vada in ebollizione e garantisce un risparmio di pellet. Una caldaia più grande del necessario non dovrebbe quindi creare problemi... a meno che non sia eccessivamente sovradimensionata.
✅ Non si tratta solo di pagare di più per una caldaia troppo grande. Il problema è che una caldaia significativamente sovradimensionata rispetto alle esigenze riscalda molto rapidamente l’impianto e deve spegnersi a brevi intervalli. Questo non è necessariamente salutare per i sensori di temperatura e per la caldaia stessa, e un funzionamento di questo tipo non incide positivamente nemmeno sul consumo di pellet.
In conclusione, è consigliabile rispettare i calcoli forniti dai produttori e, meglio ancora, consultare un esperto o un rivenditore per scegliere la caldaia a pellet più adatta.
✅ Nei nuovi edifici, dove l'impianto è pulito e privo di impurità, non è strettamente necessario. Se, invece, si desidera collegare all'impianto anche un camino con scambiatore di calore ad acqua, vale la pena considerare una separazione tramite uno scambiatore a piastre. Tuttavia, la caldaia a pellet funzionerà generalmente nello stesso circuito dell'impianto, quindi non è necessario separarlo. Qualora fosse necessaria la separazione per bilanciare il sistema, è preferibile l’utilizzo di un separatore idraulico per impianti di riscaldamento. In questo modo si elimina il problema del ritorno dell’acqua fredda, ma esistono diverse opzioni: oltre al disgiuntore idraulico, si possono utilizzare anche valvole miscelatrici a tre o quattro vie.
✅ Una situazione diversa si verifica negli edifici più datati, dove l’impianto è vecchio e usurato e ci si aspetta la presenza di impurità e depositi di calcare. In tal caso, per proteggere la nuova caldaia a pellet, è possibile separarla dall'impianto tramite uno scambiatore di calore a piastre. Questa soluzione, oltre a proteggere il circuito della caldaia, garantisce, se lo scambiatore è correttamente dimensionato, un funzionamento equilibrato senza il rischio di surriscaldamento e senza continui cicli di accensione e spegnimento della caldaia.
Disponibile
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☑️ Tuttavia, è fondamentale scegliere correttamente lo scambiatore, poiché un modello troppo piccolo potrebbe generare l’effetto contrario, causando il surriscaldamento del sistema.
Per caldaie a pellet fino a 20 kW, un'ottima scelta è lo scambiatore a piastre NORDIC Tec Ba-32-20, che garantisce una superficie di scambio termico adeguata e un efficiente trasferimento di calore. Questo assicura la protezione della caldaia e un riscaldamento efficace senza perdite di calore. Grazie agli attacchi da 1", i problemi di caduta di pressione o di flusso ridotto sono praticamente eliminati.
Per caldaie più piccole - come quelle da 15-16 kW - si può considerare anche una versione leggermente più piccola, ossia lo scambiatore Nordic Tec Ba-32-15, con 15 piastre, anch’esso dotato di attacchi da 1".
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Aggiornamento: 12-2024
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